Come fare: ottenere la cittadinanza inglese per naturalizzazione
Scritto da Luca il 26 Ottobre 2016Visiti le recenti notizie riguardanti l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, immagino che molti italiani che vivono e lavorano nella perfida Albione si siano quantomeno posti la domanda: ed ora che succede? La risposta è che non si sa, ma se avete vissuto in Inghilterra per un tempo sufficientemente lungo ottenere la cittadinanza o almeno una carta che provi il vostro stato di “residente permanente” possa aiutare in futuro. Spero che questo articolo possa chiarirvi, almeno in parte, le idee.
Cosa succede ora?
Niente. Nel referendum del 23 giugno 2016 il popolo britannico ha votato, seppur con una maggioranza molto risicata, di uscire dall’Unione Europea. Nonostante si tratti di un referendum consultivo, quindi senza alcun obbligo da parte del governo di mettere in atto alcunché, dal punto di vista politico sarebbe un suicidio per il governo ignorare il voto e fare finta di niente. Come è stato più volte detto dall’ex primo ministro David Cameron durante la campagna per il referendum, non ci sarebbe stata un’altra chance per cambiarne l’esito. Secondo me, quindi, meglio abbandonare ogni speranza che la decisione venga revocata: il Regno Unito uscirà dall’UE.
La procedura di uscita di uno Stato membro dall’Unione Europea è lunga e non è definita nei dettagli, anche perché non è mai stata utilizzata prima. Per avviare formalmente il processo, il governo inglese (o il parlamento, ancora non si sono decisi) deve invocare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona; una volta fatto questo inizierà un periodo della durata minima di due anni durante il quale il Regno Unito cercherà di raggiungere un accordo con l’Unione Europea sulle condizioni vere e proprie (economiche, politiche, ecc.) che saranno in essere una volta che il procedimento si sarà compiuto. Queste contrattazioni riguarderanno vari aspetti, tra cui anche la permanenza o meno dell’Inghilterra nel mercato unico europeo e soprattutto la libertà di movimento delle persone, principio europeo fondamentale. Ogni tipo di accordo, come da tradizione in salsa UE, dovrà essere accettato in modo unanime da tutti gli Stati membri. Questa contrattazione sarà proprio la parte più difficile, visto che l’Inghilterra cercherà di farsi i comodi suoi, come ha sempre fatto (ad esempio cercando di rimanere nel mercato unico senza però riconoscere la libertà di movimento delle persone), e dallo schieramento opposto gli Stati membri, alcuni in particolare come Francia, Spagna ed alcuni stati dell’est Europa, faranno di tutto per ostacolare qualsiasi tipo di concessione al Regno Unito, un po’ per “fargliela pagare”. Nel caso in cui, allo scadere dei due anni di tempo, non si sia ancora raggiungo un accordo, le scadenze possono essere prorogate sempre con l’accordo unanime degli stati membri. Continua a leggere »
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