An jenem Tag im blauen Mond September Still unter einem jungen Pflaumenbaum Da hielt ich sie, die stille bleiche Liebe In meinem Arm wie einen holden Traum. Und über uns im schönen Sommerhimmel War eine Wolke, die ich lange sah Sie war sehr weiß und ungeheuer oben Und als ich aufsah, war sie nimmer da.
Seit jenem Tag sind viele, viele Monde Geschwommen still hinunter und vorbei Die Pflaumenbäume sind wohl abgehauen Und fragst du mich, was mit der Liebe sei? So sag ich dir: ich kann mich nicht erinnern. Und doch, gewiß, ich weiß schon, was du meinst Doch ihr Gesicht, das weiß ich wirklich nimmer Ich weiß nur mehr: ich küsste es dereinst.
Und auch den Kuss, ich hätt’ ihn längst vergessen Wenn nicht die Wolke da gewesen wär Die weiß ich noch und werd ich immer wissen Sie war sehr weiß und kam von oben her. Die Pflaumenbäume blühn vielleicht noch immer Und jene Frau hat jetzt vielleicht das siebte Kind Doch jene Wolke blühte nur Minuten Und als ich aufsah, schwand sie schon im Wind.
Bertold Brecht
In quel giorno nel mese azzurro di settembre tenevo abbracciato il mio pallido e silenzioso amore sotto un giovane susino, come un dolce sogno. E sopra di noi, nel bel cielo d’estate, c’era una nuvola che vidi a lungo; era molto bianca ed altissima nel cielo, e quando guardai in alto non c’era già più.
Inauguriamo questo 2017 con un articolo a tema musicale per gli appassionati di musica folk, ecco una perla, una ventata d’aria fresca in diretta dalla Georgia: il Trio Mandili!
Il Trio Mandili nacque quasi per caso nel 2014 quando tre ragazze, forse annoiate, iniziarono a registrare un video mentre passeggiavano cantando lungo una strada di montagna, per poi caricarlo su YouTube. Persone da tutto il mondo hanno cominciato ad ascoltarlo, commentarlo e condividerlo, principalmente esprimendo curiosità e volontà di saperne di più. Del video colpisce in particolare, oltre alla musica in sé, il sentimento di spensieratezza e spontaneità che le tre ragazze riescono ad esprimere. Come loro stesse hanno dichiarato, non si aspettavano di ricevere una risonanza mediatica così grande, soprattutto al di fuori del loro Paese.
Sono ormai passati più di due anni da quando il Trio Mandili caricò il primo video, e da allora molti altri video e musiche hanno fatto la loro comparsa, in alcuni dei quali le ragazze portano vestiti ed indumenti tradizionali, come il cappello caucasico in lana di pecora. Oltre ai video, sul loro sito è in vendita anche il loro primo album “With Love”.
Il Trio Mandili è attualmente composto da Irina Midelauri, Tatia Mgeladze e Tako Tsiklauri, ed il suo nome deriva dal mandili, un velo che secondo la tradizione georgiana le donne lanciavano a terra per riappacificare due uomini che stavano lottando.
Sie trug den Becher in der Hand
– Ihr Kinn und Mund glich seinem Rand –,
So leicht und sicher war ihr Gang,
Kein Tropfen aus dem Becher sprang.
So leicht und fest war seine Hand:
Er ritt auf einem jungen Pferde,
Und mit nachlässiger Gebärde
Erzwang er, daß es zitternd stand.
Jedoch, wenn er aus ihrer Hand
Den leichten Becher nehmen sollte,
So war es beiden allzu schwer:
Denn beide bebten sie so sehr,
Daß keine Hand die andre fand
Und dunkler Wein am Boden rollte.
Hugo von Hofmannsthal
Lei portava il calice nelle mani, lo teneva davanti alle labbra come se stesse per bere. La sua camminata era talmente leggera e sicura che non versò nemmeno una goccia.
Lui, con mano leggera ma sicura, cavalcava un giovane cavallo, e con un gesto noncurante lo fece fermare.
Tuttavia, quando lui provò a prendere il calice dalle mani di lei, nonostante la sua leggerezza nessuno dei due ne fu capace: le mani di entrambi tremavano così tanto che nessuna delle due trovò l’altra, e il vino scuro cadde a terra.
Questa volta vi parlo del mio GDP (Group Design Project) di quest’anno, parte del corso di ingegneria aeronautica dell’università di Southampton. Il nostro compito è quello di progettare un cubesat, ovvero un piccolo satellite (solitamente di dimensioni 10 x 10 x 10 cm e di peso non superiore a 1,33 kg). Generalmente i cubesat una volta in orbita hanno vita abbastanza breve, poiché sprovvisti di un sistema di propulsione che gli permetta di compensare l’attrito dell’aria che inevitabilmente li fa ricadere sulla terra dopo breve tempo. Sono tuttavia un ottimo modo, soprattutto perché molto economico, di misurare dati se non è necessaria una vita operativa prolungata… e sono anche il modo migliore per permettere agli studenti di fare un’esperienza pratica in un campo che altrimenti sarebbe economicamente proibitivo.
Il nostro progetto prende il nome di Project BLAST, acronimo di Balloon Launched Android Satellite Test. Uno degli obiettivi primari è proprio quello di dimostrare come sia possibile costruire un cubesat con un budget relativamente limitato (meno di 1000£), e per rendere ancora più evidente la ‘realizzabilità’ del progetto abbiamo deciso di usare uno smartphone Android come bus principale del satellite. Gli smartphone sono infatti acquistabili da tutti e non fanno parte di un mercato di nicchia o altamente specializzato. In aggiunta, Android è open source e quindi completamente personalizzabile da tutti coloro che abbiano voglia di imparare come si fa. Lo smartphone avrà il compito di raccogliere le informazioni da vari sensori ad esso collegati, inclusa la fotocamera, e salvare i dati su una memory card che potrà essere analizzata dopo il rientro, oppure trasmetterli a terra (decisioni specifiche in merito devono ancora essere prese). Continua a leggere »
L’altro giorno ho scoperto per caso un nuovo film sulla morte del cinema “tradizionale”. Questa tematica fa venire in mente immediatamente il celebre Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore. E forse è proprio la presenza di questo capolavoro ad oscurare Splendor, film del 1989 diretto da Ettore Scola con Marcello Mastroianni e Massimo Troisi. Le similitudini sono molte, a partire dalla trama, ma anche la colonna sonora e l’ambientazione.
Splendor narra la storia di un cinema di Arpino, piccola cittadina del Lazio in provincia di Frosinone, il cui gestore è costretto a chiudere a causa dei guadagni ormai inesistenti dopo un periodo di attività molto redditizio, principalmente a causa dell’avvento della televisione. Il piccolo cinema Splendor cercò di salvarsi proponendo rassegne culturali e prendendo in considerazione l’idea di trasformarsi in un cinema a luci rosse, se non fosse che il gestore, che si era occupato di cinema fin da piccolo, non trovò il coraggio di prendere questa decisione. Infine, nonostante le continue proposte e le richieste del proiezionista, venne presa la decisione di vendere il locale. Il film si conclude con una scena molto bella, in cui proprio al momento dell’ultima chiusura la sala viene riempita dagli abitanti di Arpino, venuti a dare un ultimo saluto al loro cinema.
Avete scritto un racconto? Avete fatto una ricerca particolarmente interessante e pensate che possa tornare utile anche ad altre persone? Volete mettere a disposizione del pubblico la vostra opera e non vi dispiacerebbe guadagnarci pure qualche euro?
La soluzione che fa per voi si chiama Lulu. Lulu è una piattaforma che vi permette di pubblicare online le vostre opere, siano essi libri, fascicoletti, eBook, album fotografici, calendari, ricettari. Al momento dell’inserimento di un prodotto potrete specificare molte caratteristiche quali tipo di rilegatura, tipo di carta, formato, colore o B/N e, ovviamente, il vostro guadagno per copia venduta oppure il prezzo di vendita all’utente finale. Da notare è che Lulu si prende una commissione pari al 20% del prezzo di vendita oppure il 25% del guadagno.
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PS: sto pensando di pubblicare la mia tesina di maturità su Lulu 😉
Mine Vaganti, film di cui ho scritto una recensione poco tempo fa, è un film che crea uno stretto, strettissimo legame tra la storia che racconta e la terra in cui si svolgono gli eventi. Un legame particolare viene creato con la città di Lecce, tanto da convincere il sindaco a conferire ad Ozpetek la cittadinanza onoraria. Lo stesso Ozpetek, innamoratosi del capoluogo salentino e delle persone che ci vivono, dice: “Tante volte, quando mi chiedono se io mi senta italo-turco o turco-italiano, rispondo: sono leccese e basta.”
Di seguito elenco le scene del film che sono riuscito a collocare a Lecce e dintorni in un pomeriggio due pomeriggi altrimenti privi di senso. Per visualizzare i luoghi su Google Maps è sufficiente cliccare sull’anteprima o sulla descrizione della scena.
Mine Vaganti è un film che ho visto appena uscito nei cinema, in marzo 2010. Da allora l’ho guardato, riguardato e guardato ancora, decine di volte. Eppure sento che c’è ancora qualcosa che mi sfugge di questo film, qualche messaggio che ancora non sono riuscito a cogliere. Forse mi sbaglio ma… è una specie di presentimento.
Mine Vaganti è un film che, nonostante sia focalizzato sulla tematica dell’accettazione dell’omosessualità nella società italiana di oggi, vuole in realtà toccare una tematica molto più ampia e relativa al tradizionalismo di alcune famiglie, soprattutto quelle meridionali, che fanno fatica ad accettare quando le cose non vanno come è previsto e pianificato che vadano. L’omosessualità non viene trattata in maniera pesante, al contrario viene presentata in maniera molto naturale e spontanea. Continua a leggere »
E’ programmata per mercoledì 28 settembre alle ore 20 al cinema Eden di Bolzano la prima puntata di un esperimento che, speriamo, durerà anche nei prossimi mesi: l’Opera al cinema.
Grazie ad un collegamento satellitare con il network Microcinema saremo infatti in grado di proiettare sul grande schermo l’opera lirica Faust di Gounod, cantata in francese e sottotitolata in italiano, in diretta dalla Royal Opera House di Londra. Un appuntamento da non perdere per gli appassionati che non possono partecipare dal vivo! La durata dell’evento è di circa 4 ore e il biglietto d’ingresso cosa 15,00 € (posto unico).
Come detto in precedenza questo è il primo appuntamento di un ricco programma che prevede, tra l’altro, la trasmissione degli eventi del Festival Lirico di Torre del Lago, l’evento di apertura della stagione alla Scala e altro ancora.
Und auch den Kuß, ich hätt ihn längst vergessen
Wenn nicht die Wolke dagewesen wär
Die weiß ich noch und werd ich immer wissen
Sie war sehr weiß und kam von oben her.
Die Pflaumebäume blühn vielleicht noch immer
Und jene Frau hat jetzt vielleicht das siebte Kind
Doch jene Wolke blühte nur Minuten
Und als ich aufsah, schwand sie schon im Wind.
Questa è una poesia in cui sono incappato giorni fa, mentre guardavo il film Le vite degli altri (che consiglio a tutti di vedere). Mi ha ricordato un episodio, mesi fa, quando mi venne letta da qualcuno. Qualcuno che ne era stato colpito e l’aveva usata come ispirazione per comporre una canzone. Continua a leggere »
Il cinema Eden nasce il 22 dicembre 1907 in via Portici 30, ospitato presso le sale del palazzo del Comune di Bolzano, tutt’ora esistenti, al primo piano. Allora si chiamava Theater-Kinematograph, e i film proiettati erano principalmente produzioni straniere, principalmente francesi, danesi e tedesche. La sala veniva gestita da Anton Schlumprecht, già possessore di una licenza per proiettare film ad Innsbruck, e la sala bolzanina divenne a tutti gli effetti una filiale dell’azienda enipontana. Nel 1908 la gestione passò a Paul Gutweniger, che fino ad allora aveva lavorato nella stessa sala come cassiere. Nel 1909 la sala venne rilevata dalla signora Anna Depaoli. Le proiezioni si svolgevano dalle 16 alle 21 nei giorni feriali e dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 21 nei festivi, come al Welt-Biograph (altro cinema bolzanino), e duravano un’ora ciascuna. Nonostante la collocazione potesse essere migliore, il cinematografo ebbe fin da subito un successo strepitoso.
La necessità di effettuare brevi ma importanti lavori di manutenzione per migliorare la qualità della proiezione portò la direzione del cinema a chiudere spesso la sala durante i primi anni di esercizio, anche se per brevi periodi. Per miglioramenti di natura architettonica, la sala restò chiusa dal 6 al 18 aprile 1908. Il 4 febbraio 1909, a causa di una scintilla durante una proiezione, scoppiò un incendio nella cabina di proiezione, che venne presto spento grazie all’intervento di alcuni militari presenti in sala che si precipitarono a prendere dell’acqua da via Streiter, dove allora scorreva un ruscello. La responsabilità venne attribuita a Schlumprecht, che aveva l’abitudine di assumere proiezionisti molto giovani ed inesperti per risparmiare sui costi di gestione, sia ad Innsbruck che a Bolzano; nel caso del Theater-Kinematograph, il proiezionista era un quindicenne. Tra le migliorie apportate alla sala in questi anni figurano anche la sostituzione dei proiettori con un nuovo modello che riduceva lo sfarfallio delle immagini, nonché una riorganizzazione dei posti in sala con lo scopo di ridurre il fastidio arrecato agli spettatori quando un ritardatario prendeva posto a spettacolo iniziato. Dopo alcuni mesi di chiusura, l’11 settembre 1909 la sala venne riaperta con la nuova denominazione “Eden-Theater”. Con la riapertura vennero introdotti per la prima volta intermezzi musicali tra gli spettacoli, e per l’occasione venne acquistato un pianoforte da una famosa ditta viennese. Particolare attenzione venne dedicata dalla direzione del cinema proprio all’aspetto musicale, e famosi musicisti austriaci vennero assunti per suonare durante le proiezioni e negli intermezzi (i film, al tempo, erano ancora muti). Se da un lato la presenza del pianoforte in sala veniva apprezzata dal pubblico, dall’altro le proteste dei residenti in zona portarono il comune di Bolzano a fissare un’ora massima dopo la quale non poteva più essere suonata musica in sala. Vennero inoltre cambiati nuovamente i proiettori, per rimanere al passo con il veloce avanzare della tecnologia. Continua a leggere »
Avete intenzione di venire a studiare inglese a Londra, e siete alla ricerca di una buona scuola di lingua dove iscrivervi? Allora potreste essere interessati a questo articolo 🙂
Situata a Wimbledon (sì, dove si svolgono i tornei di tennis), nella zona 3 di Londra, la Wimbledon School of English è in assoluto la migliore scuola di lingua inglese che abbia frequentato. Durante tutto l’anno vengono tenuti corsi di lingua, differenziati a seconda del livello che verrà valutato per ogni iscritto tramite una serie di test scritti e orali. C’è anche la possibilità di seguire corsi specifici in preparazione di esami di lingua (Cambridge Examinations come il First e l’Advanced, IELTS e altri), nonché di sostenere l’esame alla fine del corso, ammesso che venga tenuta una sessione d’esame in tempo utile. In alternativa potete anche seguire il corso di preparazione a Wimbledon e poi sostenere l’esame nel vostro Paese di residenza. La scuola si occupa anche della sistemazione degli studenti in famiglie locali o in college, ma io vi consiglio caldamente la prima opzione. Se poi volete visitare Londra (e chi non vuole!), Wimbledon è davvero il posto ideale poiché coniuga la tranquillità di una zona semiperiferica con un sistema di collegamenti imbattibile: tramite il treno o la metropolitana è infatti possibile raggiungere il centro di Londra in 15 minuti. E se volete tornare tardi, c’è l’autobus N87 che fa la spola tra il centro e Wimbledon tutta la notte.
Se poi volete portare questo soggiorno in Inghilterra ad un livello superiore, oppure semplicemente avere qualcuno che vi aiuti con l’organizzazione del vostro soggiorno vi consiglio di rivolgervi ad ESSS (Errico’s Student Support Services), azienda a conduzione familiare con sede proprio a Wimbledon. Loro organizzano un po’ di tutto, possono prenotarvi i voli, il corso di lingua e la famiglia ospitante, organizzare i transfer da e per l’aeroporto, organizzare tour di Londra ed escursioni nei dintorni. Senza contare la comodità di avere qualcuno su cui poter contare per qualsiasi problema che potrebbe verificarsi e pronto a rispondere alle vostre domande, in qualsiasi momento della vostra vacanza. Fidatevi, ne vale davvero la pena, tant’è vero che tutti coloro che ci vanno… poi tornano! (me incluso)
Se siete interessati e volete saperne di più, contattatemi! 😉
Saudade è una di quelle parole che fanno parte di una lingua e quindi della cultura di un Paese e che sono intraducibili in altre lingue senza perdere sfumature di significato, leggere quanto significative. La parola deriva dal latino solitas, solitatis, solitudine, isolamento. Generalmente viene tradotta con la parola italiana nostalgia, o ancora meglio struggimento, ma in entrambi i casi non si riesce a restituire il senso vero e proprio di saudade. A mio avviso una traduzione molto migliore è resa dalla parola tedesca Sehnsucht, anch’essa però intraducibile in altre lingue, e anche qui l’etimologia non aiuta (sich sehnen, cercare intensamente + die Sucht, la dipendenza). Continua a leggere »
Gliel’avevo promesso tempo fa e anche se lui se ne è dimenticato io me ne sono ricordato dopo aver ritrovato una vecchia bozza nella cantina di questo blog!
Questa volta vi segnalo un sito gestito da un mio amico: www.uciei.it. E’ un sito (realizzato, ahimè, con Frontpage… pessimo, pessimo) dedicato all’ornitologia e gestito da un appassionato di ornitologia che in questo momento si trova in un’isoletta sperduta nel mare a nord della Germania. Questa persona poco seria e molto tendente alla consumazione all’ingrosso di alcool, soprattutto sotto forma di birra, si dedica alla cattura, inanellamento, schedatura (non so se questo è il termine tecnico in realtà) di varie specie di uccelli, con lo scopo finale di tracciarne gli spostamenti e la crescita nel corso del tempo. O almeno, questo è quello che mi sembra di aver capito. Molto interessante come attività devo dire, anche solo da spettatore/aiutante inesperto.
Questo articolo sarà essenzialmente inutile alla maggior parte di voi (e anche a me) visto che il suddetto sito è in ladinogardenese, una minoranza linguistica del nord-est Italia… se siete appassionati di lingue apritelo e provate a leggere i paroloni assurdi che ci trovate, se siete appassionati di uccelli (senza doppi sensi) apritelo e guardate le figure. Se siete appassionati di HTML indecifrabile, andate a vedere il codice della pagina. Insomma, dopotutto siamo esemplari di Homo Sapiens Sapiens… trovatevi qualcosa da fare con questo sito! Buon divertimento 😀
Ora vediamo quando si accorge di questo articolo… 😀
Ci siamo: le musiche sono state composte, gli inviti sono stati preparati. Come già preannunciato con largo anticipo in questo blog, sabato 22 e domenica 23 agosto si terrà, nel bunker numero 3 dello sbarramento di Fortezza, un’installazione sonora a cura di Tiziano Popoli. Lui stesso vi spiegherà di cosa si tratta nel video che trovate in fondo a questo breve intervento, inteso solo come promemoria per l’evento.
Ultima cosa che voglio ricordarvi: ingresso libero, prenotazione obbligatoria allo 0472 458038 😉
E’ un vero peccato non poterci essere, ma due giorni nel freddo del bunker purtroppo non possono competere con tre settimane nel caldo della Spagna 🙁
La presentazione dell’evento di Tiziano Popoli, in occasione dell’ultimo sopralluogo effettuato nel bunker
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