An jenem Tag im blauen Mond September
Still unter einem jungen Pflaumenbaum
Da hielt ich sie, die stille bleiche Liebe
In meinem Arm wie einen holden Traum.
Und über uns im schönen Sommerhimmel
War eine Wolke, die ich lange sah
Sie war sehr weiß und ungeheuer oben
Und als ich aufsah, war sie nimmer da.
Seit jenem Tag sind viele, viele Monde
Geschwommen still hinunter und vorbei
Die Pflaumenbäume sind wohl abgehauen
Und fragst du mich, was mit der Liebe sei?
So sag ich dir: ich kann mich nicht erinnern.
Und doch, gewiß, ich weiß schon, was du meinst
Doch ihr Gesicht, das weiß ich wirklich nimmer
Ich weiß nur mehr: ich küsste es dereinst.
Und auch den Kuss, ich hätt’ ihn längst vergessen
Wenn nicht die Wolke da gewesen wär
Die weiß ich noch und werd ich immer wissen
Sie war sehr weiß und kam von oben her.
Die Pflaumenbäume blühn vielleicht noch immer
Und jene Frau hat jetzt vielleicht das siebte Kind
Doch jene Wolke blühte nur Minuten
Und als ich aufsah, schwand sie schon im Wind.
Bertold Brecht
In quel giorno nel mese azzurro di settembre tenevo abbracciato il mio pallido e silenzioso amore sotto un giovane susino, come un dolce sogno. E sopra di noi, nel bel cielo d’estate, c’era una nuvola che vidi a lungo; era molto bianca ed altissima nel cielo, e quando guardai in alto non c’era già più.
Da quel giorno sono sorte e tramontate molte, molte lune. I susini sono stati probabilmente abbattuti, e tu mi chiedi cosa sia successo al nostro amore? Allora ti dico: non mi ricordo più. Tuttavia, capisco certamente cosa intendi. Il suo viso non me lo ricordo davvero più, ma una cosa la so: un tempo lo baciai.
E mi sarei già dimenticato da tanto tempo anche di quel bacio, se non ci fosse stata quella nuvola. Lei me la ricordo ancora, e la ricorderò per sempre. Era molto bianca, e si avvicinò a noi dall’alto. Forse i susini fioriscono ancora, e quella donna ora ha forse il settimo figlio. Ma quella nuvola fiorì solo per qualche minuto, e quando guardai in alto, era già sparita nel vento.
Marzo 18th, 2022 alle 17:19
Ricordo di Maria A.
Un dì nel mese azzurro di settembre
tranquillo sotto un giovane susino
tenni il tacito, pallido mio amore
fra le mie braccia come un dolce sogno.
E sopra a noi su nel cielo d’estate
c’era una nube che guardai a lungo.
Era bianchissima e tanto tanto alta
e quando alzai lo sguardo, era svanita.
Dopo quel giorno tante e tante lune
son tramontate in silenzio e svanite.
Certo i susini sono già abbattuti
e tu chiedi che ne fu dell’amata?
E io ti dico: non me ne ricordo
e, certo, so già cosa stai pensando.
Ma quel suo volto più non lo ravviso,
so solo questo: un giorno la baciai.
E anche il bacio avrei dimenticato
se quella nube non ci fosse stata.
La vedo ancora e sempre la vedrò,
era bianchissima e calava dall’alto.
Forse i susini fioriscono ancora
e quella donna avrà ormai sette figli,
ma quella nube fiorì pochi istanti,
la riguardai, svaniva già nel vento.