Treno regionale da Verona per il Brennero in ritardo. Vabbè, succede. 20 minuti, che diventeranno poi 25, il che significa che il treno lo si vedrà arrivare al binario solo 30 minuti dopo. E infatti, invece che arrivare alle 13.32, arriva alle 14. Bene, finalmente chi deve scendere può scendere, chi deve salire può salire. Pronti a partire! No. No? Come no? Che aspettiamo?
A prescindere dall’esempio stupido (sono decine le possibili ragioni per le quali il treno potrebbe essere stato costretto ad aspettare), il succo della faccenda rimane: in Italia si fa con comodo, chi deve aspettare aspetta perché tanto ne ha bisogno.
Io ho una grande fortuna, che è quella di poter confrontare la nostra realtà con quella di un altro Paese, il Regno Unito. E solo vivendo un po’ in un posto e un po’ in un altro ci si rende conto di queste differenze, di come la gente vive e vede le cose in modo diverso. Una vacanza non è abbastanza per cogliere tutte le sfumature della mentalità di una popolazione, bisogna viverci, ogni giorno. Gli inglesi non sono persone che non pensano ad altro che al lavoro, tutt’altro. Le ferie e gli scioperi li fanno anche loro. Ma quando si lavora, si lavora, il resto lo si fa dopo. Altrimenti se ne pagano le conseguenze. E per carità, nessuno è un santo: la pigrizia, la voglia di farsi gli affari propri sul posto di lavoro, la corruzione, la disonestà esistono dappertutto. Ma qui in Italia sono radicate nella mentalità della gente, sono comunemente accettate. Certa gente cerca anche di spacciarle apertamente per ovvie e necessarie.
L’unica cosa che tiene a galla la barca qui è il grande buonsenso della gente, la gente comune, che sa “drizzare le orecchie” quando sente puzza di bruciato. Che però è la stessa gente che preferisce chiudere un occhio quando si trova davanti a certe situazioni, piuttosto che provare ad aggiustare le cose. La stile di vita “sciallo” italiano fa gola a tutti, me incluso, e come non potrebbe… ma non si può andare avanti così, ne pagheremo le conseguenze… ne paghiamo le conseguenze. Ahi ahi ahi, se le paghiamo.
Agosto 23rd, 2011 alle 11:28
Ciao Luca, blog molto interessante e soprattutto utile 🙂 So che non c’entra nulla con il tuo post (che collima al 100% con il mio punto di vista a proposito dell’Italia e degli italiani) ma avrei una domanda da porti a proposito dell’uni in uk. Allora, frequenterò a breve il quinto anno e, ipotizzando che io mi iscriva e riceva una conditional in cui mi venga richiesto l’esame di inglese e il voto dell’esame di stato, a quel punto cosa faccio? Dovrei dare il CPE a dicembre, quindi in teoria sarei in grado di comunicare i voti già a fine gennaio (tu come li hai comunicati? via mail?fax?) ma i risultati dell’esame di stato li conoscerò solo a luglio!E’ un problema? Non è troppo tardi?
Scusa per le tante domande ma l’uni in inghilterra è davvero un grandissimo sogno per me 🙂
la mia mail è trilly288@hotmail.it , potresti rispondere lì?
Grazie mille,
Morgana
Agosto 23rd, 2011 alle 21:37
Ciao Morgana, ora rispondo 😉