Ecco a voi un altro intervento pseudo-tecnico per spiegare in due parole come funziona il 3D al cinema! Premetto che per quanto la mia esperienza lavorativa nei cinema si sia prolungata adesso per qualche anno, non ho mai fatto proiezioni in 3D, né ho mai lavorato in cinema equipaggiati per il 3D, quindi più di tanto esperto non sono 🙂
Prima di iniziare a leggere quanto segue è bene ribadire un concetto base per capire come funzionino le tecniche di proiezioni in 3D: la percezione (illusoria) della terza dimensione da parte del cervello umano è ottenuta fornendo all’occhio destro un’immagine leggermente diversa da quella fornita all’occhio sinistro, proprio come se ci si trovasse di persona ad osservare la scena (gli occhi hanno un punto di vista leggermente spostato l’uno rispetto all’altro). Per raggiungere questo obiettivo ci sono varie tecniche, molto differenti tra loro, ma che portano allo stesso risultato.
Le tecnologie principali per le proiezioni cinematografiche in 3D sono tre, ovvero:
- a fotogrammi anaglifi
- a lenti polarizzate
- ad oscuramento alternato
A fotogrammi anaglifi
Questa tecnica prevede che i fotogrammi siano degli anaglifi, ovvero immagini formate in realtà da due immagini sovrapposte e leggermente spostate una rispetto all’altra; le due immagini corrispondono a ciò che vedrebbe ciascuno dei due occhi di una persona che osserva la scena. Il trucchetto sta nel fatto che i colori delle due immagini vengono virati verso due tonalità diverse: rosso per l’occhio sinistro e ciano per l’occhio destro. Indossando gli appositi occhialini, i filtri colorati usati al posto delle lenti ricorreggono il viramento di tonalità e permettono ad ogni occhio di vedere solo l’immagine che gli compete. Il risultato finale è semplice: ogni occhio vede l’immagine come se veramente ci si trovasse davanti alla scena rappresentata, da qui l’effetto tridimensionale.
A lenti polarizzate (vedi Polarizzazione)
Molto diffuso nei cinema al giorno d’oggi, soprattutto per l’economicità degli occhialini, si basa sulla polarizzazione della luce. I filtri polarizzati permettono alla luce di passarvi attraverso solo se è polarizzata correttamente, ovvero nello stesso verso del filtro. In questo modo, si può fare un filtraggio selettivo dei fotogrammi che devono andare all’occhio sinistro e di quelli che devono essere invece percepiti da quello destro. Ogni scena, prima di essere proiettata sullo schermo viene polarizzata mediante un disco rotante sincronizzato con l’avanzamento dei fotogrammi e dotato di appositi filtri polarizzatori ortogonali (in modo da intervallare fotogrammi destinati ad un occhio a quelli destinati all’altro occhio). In questo modo, sullo schermo verranno proiettati alternatamente fotogrammi per l’occhio sinistro polarizzati in maniera che solo l’occhio sinistro possa vederli, e fotogrammi per l’occhio destro polarizzati di conseguenza. Semplice ed efficace! 🙂 Uno dei problemi di questo sistema di proiezione, che rimane il miglior compromesso tra costo e qualità al momento, è che la testa dell’osservatore deve “essere dritta” per tutta la durata del film, altrimenti i filtri non riescono più a distinguere correttamente le due polarizzazioni della luce. Per ovviare a questo problema, RealD ha realizzato un sistema proprietario che, grazie ad una polarizzazione circolare dei fotogrammi oraria ed antioraria anziché verticale ed orizzontale, permette maggiori movimenti delle teste degli spettatori senza alterare la qualità della tridimensionalità percepita.
Ad oscuramento alternato
Metodo esplorato per la prima volta nel 1922 con Teleview e in seguito migliorato con gli attuali occhiali ad LCD, si basa su un principio molto semplice: i fotogrammi vengono proiettati sullo schermo, alternatamente per l’occhio destro e per l’occhio sinistro, e gli occhiali, opportunamente sincronizzati con il proiettore mediante un segnale emesso in sala (eventualmente usando lo schermo come superficie su cui il segnale di sincronizzazione possa “rimbalzare” verso la sala dopo essere stato emesso dalla cabina) oscurano la lente dell’occhio “sbagliato”. Questo sistema ha il grande vantaggio di essere completamente trasparente per quanto riguarda la qualità dell’immagine finale, poiché tutto quello che fa è oscurare le immagini sbagliate, ma quelle giuste non subiscono alcun tipo di alterazione. Ultimamente si sta discutendo la possibilità di vietare gli occhiali LCD poiché, essendo particolarmente costosi non sono usa e getta e potrebbero comportare problemi di igiene; questo con grande irritazione (e ci credo) delle sale che hanno investito parecchi soldini in un sistema di proiezione in 3D di ottima qualità…
Disclaimer: come sempre, ci tengo a sottolineare che queste informazioni sono scritte per appassionati da un appassionato. Se avete bisogno di essere certi al 100% su qualcosa, fate sempre riferimento a fonti ufficiali 😉
Maggio 11th, 2010 alle 13:39
Figo sto articolo. Ma quindi il sistema installato nei cinema è il terzo(oceana ad esempio)? Io che pensavo che sti occhialini fossero solo plastica…=P invece sono LCD?
Maggio 12th, 2010 alle 00:33
Hehe… no, hanno quelli a filtri polarizzati, ovvero come dici tu quelli da due pence a paio 😀 Se avessero quelli a LCD te ne accorgeresti perché sarebbero più grossi, più pesanti e soprattutto visto il valore di una cinquantina di euro al paio non te li lasciano portare via 😉