Ieri, il 26 aprile, è stato messo online il sito internet postacertificata.gov.it. Tramite questo sito è possibile ottenere un indirizzo di posta elettronica certificato, che permette di comunicare con altri uffici della pubblica amministrazione in maniera rapida e veloce e, soprattutto, legalmente riconosciuta. La posta elettronica certificata, infatti, ha lo stesso valore di una raccomandata in quanto fornisce garanzie su data e ora del recapito al destinatario, nonché sull’integrità del messaggio in sé.
Esistono alcuni limiti operativi al servizio offerto da postacertificata.gov.it, che tuttavia sembrano essere ragionevoli: si possono inviare solo fino ad un massimo di 10 messaggi di posta elettronica al giorno, ognuno con una dimensione massima di 30MB e con un numero di destinatari massimo di 50 (che a mio parere si potrebbe anche abbassare… chi è che fa una richiesta alla pubblica amministrazione inviando il messaggio a 50 enti?). C’è poi la possibilità di configurare il servizio affinché le notifiche di avvenuta accettazione, recapito o ricezione vengano inoltrate ad un indirizzo e-mail a scelta del cittadino, che può essere quello che usate ogni giorno, in modo da permettervi di tenere sotto controllo la situazione senza dovere necessariamente accedere alla casella di posta certificata.
Il sito mette inoltre a disposizione dell’utente uno spazio online di 500MB per archiviare i documenti scambiati con la PA.
Un elenco degli uffici dotati di un indirizzo di posta elettronica certificato, che deve essere ancora completato, è reperibile all’indirizzo paginepecpa.gov.it.
Stiamo ora a vedere come si evolve questo servizio, io sono dell’opinione che la pubblicità che gli è stata fatta non sia sufficiente. Ma se effettivamente è un servizio utile e soprattutto funzionante la voce non tarderà a spargersi, soprattutto con la collaborazione degli stessi enti pubblici che dovrebbero, in teoria, preferire questo metodo di comunicazione in quanto evita perdite di tempo e il formarsi di lunghe code davanti agli sportelli.
AGGIORNAMENTO (20/09/2011): segnalo il sito internet www.guidapec.it, che potrebbe essere d’aiuto a chi a problemi o domande sulla posta certificata 😉
Maggio 11th, 2010 alle 14:19
poteva essere un ottimo servizio purtroppo è nato castrato e oltretutto è stato realizzato tramite un appalto che pochissime aziende potevano permettersi di aderire…
un altro punto debole sta nel fatto che è una CEC-PEC e inizialmente i liberi professionisti dovranno affiancare a un eventuale PEC anche questa CEC-PEC, insomma invece di facilitare la vita ai cittadini hanno creato confusione! 😀
http://punto-informatico.it/2699360/PI/Commenti/ma-che-cec-pac-dici.aspx
Maggio 11th, 2010 alle 20:23
Non ho conoscenze tecniche specifiche, vorrei tuttavia sottoporre la mia recente esperienza con posta certificat@governoitaliano. Da cinque giorni ho ricevuto conferma che la mia casella è attiva e pare sia effettivamente tale quando mi collego al sito web riesco a log in. Se cerco invece d’utilizzarla tramite il client di posta – Windows Live Mail – continuo a ricevere segnalazione d’errore perchè “user e/o password” non corretti; è ripetutamente richiesto di reinserire tali dati “corretti” ma il risultato è la ripetizione dell’identica risposta. Naturalmente la configurazione del client è stata effettuata inserendo tutti i valori indicati nelle istruzioni. Sono state già segnalate esperienze simili? Ho contattato il numero verde suggerito ma ho trovato solo segreterie telefoniche che ripetono quanto già stampato nel sito web.
Maggio 12th, 2010 alle 00:53
@Evilripper
Classico italiano… si vuole innovare ma inevitabilmente si fa la cazzata…
@Antonio (scusa se non ti ho approvato subito il commento ma sono parecchio occupato in questi giorni)
Mi sembra strano sinceramente… danno una descrizione molto dettagliata di come vada configurato il client! Anche se in fondo non mi sorprenderebbe più di tanto che abbiano fatto casini anche con questo 😀 Sicuro di aver configurato *tutte* le opzioni che vengono indicate sul sito? Male che vada, se al call center gli impiegati sono inesistenti, puoi sempre attivare le notifiche sul tuo indirizzo mail e leggere la posta certificata online…
Maggio 15th, 2010 alle 22:46
Postacertificat@gov.it. – a partire da tre giorni dopo che avevo ricevuto conferma al mio indirizzo mail abituale, non PEC, che la mia casella PEC era stata attivata (e ciò era avvenuto il giorno successivo a quello in cui m’ero recato all’Ufficio Postale indicato per completare e sottoscrivere la domanda, ottenendo una copia di tale documento con timbro postale a conferma dell’avvenuta e felicemente conclusa procedura, non riuscendo però a renderla effettivamente operante attraverso il mio client di posta – Windows Live Mail – anche se il “log in” nel sito web “pec.gov.it” riuscivo a farlo senza difficoltà, ho iniziato a parlare della mia esperienza in “blog” diversi e trattandosi della mia prima esperienza in assoluto ero piuttosto impacciato.
Ho iniziato in data 9 maggio per terminare il 12 dello stesso mese. Non ricevendo risposte o non riuscendo a risolvere il problema nonostante le risposte, ogni giorno allargavo la cerchia dei blog nei quali inserivo il mio messaggio che, salvo poche varianti di carattere letterario, era sempre lo stesso. In totale ho distribuito dai 25 ai 35 blog-messaggi (uno di questi anche al blog del Ministro della Repubblica Italiana, promotore e mentore di questa iniziativa, Dott. Brunetta), ricevendo in totale 5/6 risposte sotto forma di commento alla mia impostazione.
Ho usato tre nomi diversi, “antonio” “anthony” e “antony”, corrispondenti a miei tre precisi indirizzi e-mail (segnalati correttamente, di volta in volta, nella richiesta di ogni blog) rispettivamente nelle domiciliazioni “virgilio.it”, “tin.it” e “gmail.com” non nel tentativo di un puerile camuffamento ma solo per distribuire eventuali messaggi nelle diverse caselle.
Il mio messaggio spiegava chiaramente la mia ignoranza tecnica e specifica, non è un disonore, aggiungendo che il collegamento era in DSL (o ADSL se si preferisce), che tutti i valori inseriti nel client, nessuno escluso, erano quelli precisati nel sito web PEC.gov. (gli stessi suggeritimi anche in un paio delle risposte ricevute): nonostante ciò non sono riuscito a risolvere il mio problema ed ho quindi deciso di rinunciare: dovrò ora approfondire come fare a farlo, perchè accettando avevo anche accettato d’addossarmi alcuni doveri e concedere alcuni benefici alla Pubblica Amministrazione che non voglio certo lasciare loro. Del mio fallimento non addosso la responsabilità a nessuno se non alla mia insufficiente preparazione tecnica, che avevo d’altra parte già confessato sin dall’inizio: se avessi, tuttavia, immaginato – questa riflessione è rivolta anche, se non in special modo e/o solo, al Ministro (i cui blog-segretari non hanno postato alcuna risposta alla mia domanda, ma anche ciò era già ampiamente previsto) che ha sponsorizzato quest’operazione da cinquanta milioni euro, ammesso poi che siano solo cinquanta, studiata per rendere la PA sempre più familiare e vicina al cittadino – che per poter accedere a questo servizio dovevo disporre delle conoscenze assicurate da un “degree” conseguito presso Harward e/o il MIT, entrambe le università nel Massachusset, o di Yale nel Connecticut, non avrei certo neppure iniziato.
Infine non ho nessun reale bisogno, nella mia condizione, di una PEC: se questo bisogno fosse solo anche blandamente esistito avrei già provveduto in modo diverso da tempo; sul mercato esistono offerte collaudate e con un maggior ventaglio di servizi a costi annui irrisori.
L’annuncio della PEC pubblica mi aveva infiammato quasi come un garibaldino, non perchè era gratuita, ma perchè, da cittadino, mi sentivo in dovere di ricompensare, da cittadino, gli sforzi del mio Ministro rispondendo con un minimo d’impegno da parte mia che si è minvece dimostrato quasi un incubo, senza neanche ottenere il risultato sperato.
Questo messaggio, che introdurrò ora in tutti i blog in cui apparve il mio primo, non è un desiderio di visibilità ma una doverosa risposta d’apprezzamento per tutti coloro che mi hanno ospitato, coloro che mi hanno letto, e un ringraziamento caloroso e apprezzatissimo a tutti coloro, pochissimi, che mi hanno risposto. In alcune delle risposte ho trovato veramente il calore di chi, disinteressatamente, vuol esserti vicino e aiutarti al massimo delle sue possibilità. GRAZIE!
firmato da: antonio, anthony, antony
Maggio 16th, 2010 alle 00:07
Più che doveroso pubblicare, e degna di nota la volontà di mettere in luce questa situazione…
Maggio 17th, 2010 alle 18:41
Postacertificat@.gov.it. Non sono trascorsi neppure due giorni dal mio messaggio conclusivo in cui segnalavo la mia decisione di recedere dal servizio governativo indicata non essendo riuscito a renderlo operativo anche se ormai da parecchi giorni avevo ricevuto conferma ufficiale della sua esecutività. Si era trattato della mia prima esperienza d’intervento nel mondo dei blog, spinto da un’impellente necessità di conoscere altre esperienze su quanto mi stava accadendo, l’avevo trovata molto stimolante, ma la consideravo conclusa. Si trattava ormai solo di attivare il mio diritto al recesso che, come avevo letto prima della sottoscrizione, mi era garantito in qualsiasi momento.
Ho ripassato la procedura, di per sè semplicissima: si tratta di ” inviare il form di Recesso dal servizio PostaCertificat@ alla casella centroservizi@postacertificata.gov.it presente nella sezione Documenti e Manuali del portale http://www.postacertificata.gov.it” .
Il problema è che non sono riuscito a trovare il form necessario da compilare e spedire. In precedenza ho ammesso di essere inesperto, non mi parrebbe però d’essere superficiale (troppi difetti nello stesso soggetto sarebbe una tragedia) e credo d’essere stato accurato nella ricerca di questo modulo in tutto il sito; non posso però escludere che, ormai prevenuto nei confronti del sito e di cosa rappresenta, il fastidio che ho accumulato nel frattempo, mi abbia reso del tutto cieco (sarei allora da annoverare proprio fra i dummies – nel significato americano che solitamente i dizionari bilingui italiani non riportano; esisteva una volta una serie di manuali italiani per la computeristica che nel titolo si rivolgeva proprio ai dummies, ed è per tale ragione che mi sono permesso citare il vocabolo). C’è qualcuno dei frequentatori di blog che, al contrario di me, è riuscito ad individuare questo form?
Allego di seguito – anche a costo d’allungare il messaggio – le citazioni originali dal sito PEC che fanno riferimento a tale manuale, le sole che ho trovato.
— Contenuto della sezione Documenti e Manuali: “Condizioni Generali del Servizio PostaCertificat@, Decreto 6 Maggio 2009, FAQ Cittadino, Guida Utente Cittadino, Informativa per la Privacy Cittadino, Informazioni per garantire la sicurezza del servizio, Modulo di Adesione Cittadino, Manuale Operativo”
Art.7 – Recesso (da Condizioni Generali del Servizio PostaCertificat@)
7.1 L’Utente potrà recedere, in qualsiasi momento e con effetto immediato, dai Servizi Base senza alcun onere, comunicando la propria volontà di revocare detti servizi.
7.2 Il recesso potrà essere esercitato attraverso una procedura automatica disponibile nell’apposita sezione del Portale WEB …
Art.5 – Come recedere dal servizio PostaCertificat@ (da Guida Utente Cittadino)
Per recedere dal servizio, il Cittadino dovrà inviare il form di Recesso dal servizio PostaCertificat@ alla casella centroservizi@postacertificata.gov.it presente nella sezione Documenti e Manuali del portale http://www.postacertificata.gov.it —
Salutando ringrazio sin d’ora per ogni commento.
antonio, anthony, antony
Maggio 17th, 2010 alle 18:59
Il modulo è scaricabile dalla pagina https://www.postacertificata.gov.it/guida_pa/download-documenti-pa.dot, che effettivamente è una pagina diversa da quella indicata da loro. Quando si suol dire “un sito fatto alla cazzo” 😀
PS: per trovarla ho fatto una ricerca “recesso” sul sito della posta certificata 😉
Maggio 18th, 2010 alle 18:11
Postacertificat@.gov.it. Desideravo segnalare, dopo i precedenti messaggi, che forse sto arrivando al traguardo: non quello positivo perchè non sono riuscito a far gestire la PEC dal mio Client, ma almeno a quello negativo, quello del recesso da questo ingarbugliato labirinto. Due samaritani, e l’uso combinato dei suggerimenti segnalatemi, mi hanno permesso d’avvicinarmi alla conclusione. Riassumo perchè potrebbe essere utile ad altri. E’ indispensabile effettuare il “log in” nella PEC, ciò che avrei potuto fare sin dall’inizio e non ho fatto; entrati nella sezione “Documenti e Manuali” si ha a disposizione un elenco molto più lungo di quello indicato nel precedente messaggio, fra i nuovi aggiunti c’è anche il modulo per il recesso; la URL è: http://www.postacertificata.gov.it/guida_utente/recesso-dal-servizio.dot (l’altra è riservata solo alla PA: https:www.postacertificata.gov.it/guida_pa/download-documenti-pa.dot).
Ho trovato il modulo, l’ho completato con i dati richiesti, ho preso nota che devo inviarlo alla casella di posta certificat@ di: centroservizi@postacertificata.gov.it, ma non so come fare a farlo; sul modulo stesso non esiste una casella di comando tipo “spedisci” e non è neppure possibile copiare il modulo con il comando “copia” per inserirlo nella casella di posta PEC che dal web parrebbe funzionare, perchè, ed è spiegato nel modulo, i dati non sono copiabili e chi vuole farsene una copia deve stampare il documento prima di spedirlo?!? Ho provato a premere alcune volte il tasto “invio” sulla tastiera, ma non ho la minima idea se abbia prodotto qualche risultato a destino.
Allora qual’è l’ultima speranza? E’ rimasto qualche buon samaritano che abbia tempo e voglia per postarmi un ultimo commento d’aiuto?
Approfitto dell’occasione per ringraziare, elencandoli nome, gli speciali buoni samaritani che ho incontrato sinora: non ritengo elegante citare i blog, ma riconosceranno, dal momento che questa volta il messaggio è inviato solo ai blog nei quali sono apparse le loro risposte: Felter e Luca (o Luca e Felter), i due i cui ultimissimi suggerimenti tecnici, combinati fra loro, mi hanno permesso di giungere in vista della costa (ma non ancora sulla terra) e poi, in ordine casuale, Ale 206, Alonardi, Gianluca Pollesel, Gigicogo, Danyweb, Benzene, Gigi; mi scuso per involontarie dimenticanze.
Oltre a questi blog il messaggio è inviato anche ad altri due e non certo come assegnazione di medaglia al merito: quello del ministro promotore (nell’antica Roma il corteo trionfale e il passaggio sotto l’arco del trionfo era riservato ai loro generali non quando partivano per una guerra, ma quando vi ritornavano da vincitori) per il quale era, forse, meglio attendere l’evoluzione della situazione. Gli inizi sono sempre problematici, quando poi dopo l’inizio problematico sprofonda nel più assoluto silenzio sul come e quando risolvere i problemi, allora più che di una Austerlitz si tratta solo dell’ennesima Waterloo; l’altro blog, trovato per caso e di cui non si è compreso lo scopo, è quello di un Parlamentare delle forze politiche al governo.
Alcuni di questi samaritani, in maniera amichevolmente bonaria, mi ha fatto notare che non avevo risposto a loro domande e/o confermato che avevo provato i loro suggerimenti, cerco di ovviare ora in maniera cumulativa:
a) in precedenza riferivo d’aver inserito nel client tutti i valori suggeriti nel sito della PEC (che coincidevano con quelli segnalati in alcune risposte); parlando di valori non mi riferivo solo ai codici numerici delle due porte, ma anche all’attivazione di tutte le sicurezze richieste per le porte e quant’altro suggerito per una connessione sicura;
b) avevo anche chiarito di non avere alcuna difficoltà ad effettuare il “log in” nel sito della PEC; da ciò deducevo d’aver libero accesso anche alla posta, senza però averlo sperimentato; sapendo il senso d’umorismo che circola negli uffici, non potevo spedire ad un paio di questi una mail dal testo “scusate, sto solo provando se la mia PEC pubblica funziona”;
c) ci si rivolge ad un tecnico anche solo per montare un rubinetto, perchè non rivolgersi ad un consulente informatico in un caso simile? L’osservazione non fa una piega.
Ambienti ministeriali annunciavano previste adesioni nel primo anno vicine ai dieci milioni (il tiro si aggiustava, poi, a due anni; forse la prossima stima sarà di “milioni nei prossimi anni”).
Sinora non avevo avuto bisogno di consulenti. Se ci sarà questo esplosivo successo, dove si troveranno tutti i milioni di consulenti necessari? E i relativi costi quanto faranno lievitare lo stanziamento iniziale di cinquanta milioni di euro – una tantum – devoluti a Poste Italiane, Telecom e il terzo di cui non ricordo il nome?
Non mi sono sopravalutato: mi sono rivolto ad un amico (e saltuario fornitore) titolare di un’attività commerciale di articoli d’informatica e relativa assistenza post-vendita; questi mi ha confessato la sua incapacità d’aiutarmi; era già stato interpellato da un altro cliente, aveva tentato d’entrare nella forma e nella sostanza dell’argomento ma ne era uscito solo con un grande mal di testa. E’ lui che mi ha suggerito d’inserirmi in qualche blog (circa il numero di questi, sono io che ho strafatto)
d) Windows Live Mail forse non è il client più adatto; forse è un programma assolutamente incompatibile con la PEC governativa: può essere in tutto o solo in parte vero. Sono arrivato a questo client (come a Explorer e altri software Microsoft) per indolente abitudine: ho cominciato con loro e li ho seguiti nel loro evolversi; soddisfacevano le mie aspettative e non vedevo nessun bisogno di cambiare. I consigli che ho ricevuto sono forse fondati ma suggerirei un diverso punto di approccio. La PEC governativa inizia a vagire il 26 Aprile 2010: quando hanno visto la luce i client e-mail Microsoft da cui, per gradini successivi, si è arrivati a WLM (lo stesso vale per Explorer)? Entrambi a livello mondiale occupano ancora la maggioranza assoluta di presenza nonostante delle perdite di posizione); la PEC governativa poteva razionalmente ignorare, come ininfluente, un’eventuale sua incompatibilità con prodotti che predominano per più del 50% sul mercato mondiale? Non si tratta di ideologia, si tratta solo di pura economia e pura finanza!
Sono consapevole che i miei lunghi interventi non sono da blog (mi sia permessa ancora una sola eccezione se, dopo questo, non avrò ancora avuto successo nel mio recesso): non ho mai avuto dimestichezza con cortissime formule matematiche o con le brevissime urlate sentenze che si sputano a raffica, come uscissero da una mitragliatrice nei bar (o nelle oceaniche manifestazioni di piazza): ho cercato solo, confessando la mia incapacità di risolvere qualcosa per cui chiedevo aiuto, di suggerire alcuni argomenti, alcune riflessioni che non mi sembravano banali.
Spero che la descrizione della mia esperienza, con i diversi passaggi, così come alcuni suggerimenti di carattere pratico, ridotti a sintesi da qualcuno di chi mi ha assistito, possano servire di pratico aiuto ai sicuramente molti (fra i milioni di aderenti pronosticati ministerialmente) che ne saranno in cerca, constatato che dall’ambito istituzionale e/o concessionario del servizio il poco che è stato fatto era confuso, inconcludente, contraddittorio e senza alcun valore risolutivo pratico.
Rinnovati ringraziamenti e saluti.
antonio, anthony, antony
Maggio 18th, 2010 alle 23:28
Purtroppo non essendo iscritto alla PEC non ho accesso a questo modulo quindi non so dirti come fare esattamente per spedirlo. Se è un form online (ovvero una pagina web che vedi in Internet Explorer e che puoi compilare direttamente da lì ci deve essere un bottoncino “invia”, anche se come hai già detto tu non c’è). Se invece è un documento di Word lo puoi scaricare, compilare e mandare come allegato all’indirizzo email specificato da loro. Se invece è un PDF la cosa più veloce è stamparlo, compilarlo a mano e poi scannerizzare il foglio compilato e inviarglielo. In realtà esistono anche dei PDF che possono essere compilati direttamente con il computer ma non so se questo è il caso, sono abbastanza rari. In alternativa puoi anche trasformare il PDF in immagine JPG e scriverci dentro con Paint ma le cose diventano più complicate.
Non sapendo in che formato sia il modulo da compilare altro non posso dirti, mi dispiace.