Un breve intervento per portare all’attenzione dei miei lettori internazionali un progetto portato avanti dalla Lockheed Martin. Si tratta di Cormorant, un aereo militare privo di pilota, ideato principalmente per scopi di ricognizione piuttosto che offensivi, in grado di essere lanciato da un sottomarino. L’aereo è dotato di ali che sono ripiegate intorno al corpo dell’aereo mentre esso si trova sott’acqua, e che si spiegano una volta che il velivolo ha raggiunto la superficie ed è quindi in grado di volare normalmente. Il lancio dal sottomarino avviene per mezzo di tubi verticali. L’interno dell’aereo viene riempito di gas inerti mentre esso si trova sott’acqua per permettere alla sua struttura di sopportare l’enorme pressione dell’acqua. Una volta effettuato il lancio, il sottomarino si allontana per evitare di essere individuato a partire dalla posizione dell’aeromobile, al quale trasmetterà in seguito le coordinate geografiche del luogo di atterraggio, sull’acqua, dove verrà recuperato da un robot comandato a distanza.
AGGIORNAMENTO (6/12/2013): un sistema simile al progetto Cormorant è stato testato per la prima volta negli Stati Uniti (leggi qui).
Ok, va bene: io sarò di parte e parto con dei preconcetti che a me stesso non piacciono, ma non posso farne a meno.
Questo intervento più che contenere informazioni per voi, è una domanda; non che speri in qualche risposta, si sa che la reattività dei miei lettori è piuttosto bassa, prendetelo come un invito a pensarci su. La domanda ve l’ho già fatta nel titolo: qualcuno di voi usa Bing come motore di ricerca e sa dirmi perché lo preferisce a Google? Sia chiaro, non voglio criticare Bing (ma che nome è? Ok, un punto per la simpatia), vorrei solo capire quali sono i suoi punti forti che portano alcune persone a preferirlo ad altri motori di ricerca… chissà, potrei addirittura prendere in considerazione un’eventuale conversione 😛
Google è un motore di ricerca leggero, veloce, personalizzabile, con un database da fare impressione e – diciamocelo – “se non si trova su Google, non si trova da nessuna parte”!
Google non si ferma mai ed ora ha aggiunto una nuova funzionalità al suo motore di ricerca: la ricerca in real time. In cosa consiste? Molto semplice: quando si effettua una ricerca, i risultati non includeranno solo le classiche pagine web indicizzate periodicamente dal motore di ricerca tramite i cosiddetti bot, ma anche contenuti live appunto, come gli stati di Facebook e di Twitter o i nuovi interventi sui blog della rete, che vengono indicizzati dal sito in tempo reale (o quasi) e che vengono resi disponibili entrando nelle opzioni di ricerca e selezionando il lasso di tempo a cui siamo interessati, ad esempio “ultime 24 ore”.
Molto interessante direi, soprattutto se si ha bisogno di informazioni aggiornate su qualche tema particolare 🙂 Un po’ difficile, secondo me, che il “navigante medio” riesca ad accedere a questa funzionalità, nel senso che è nascosta abbastanza bene, ma chi sa dove mettere le mani ne gioverà sicuramente.
Doverosa nota a margine: questa notizia risale all’8 dicembre ma è rimasta a decantare nella sezione “bozze” del blog per qualche settimana 😛
PS: devo mettermi un po’ a smanettare con il template di questo blog… centrare l’immagine si è rivelato meno semplice del previsto! Altra cosa da aggiungere alla to-do list… 🙂
Ogni tanto la guardo e me ne rendo conto… lo so, lo so, la mia homepage non è neanche degna di essere chiamata con questo nome. Il fatto è che già il tempo a mia disposizione scarseggia, e tutto quello che ho lo dedico all’aggiornamento del blog che state leggendo, alla manutenzione di alcuni altri siti a cui sto lavorando (ulteriori notizie a breve) ed eventualmente – se proprio capita – allo studio 😀
Come mi è stato fatto notare, si è reso necessario scrivere un aggiornamento sulla situazione borse di studio qui in Inghilterra. Ve l’avevo promesso ma poi non ho più avuto il tempo di farlo (diciamo pure che mi sono dimenticato :P).
Vi avevo scritto di rivolgervi a direct.gov.uk per fare la domanda per borse di studio ed eventualmente prestiti. Personalmente non ero interessato al prestito (che avrei potuto ottenere tranquillamente), e sfortunatamente non soddisfo i requisiti per ricevere una borsa di studio. Un’altra cosa che dovete assolutamente fare, però, è dare un’occhiata al sito dell’università in cui andrete. Oltre alle borse di studio elargite dal governo inglese, anche le singole università hanno borse di studio da assegnare ai propri alunni. Nel caso di Southampton, non è necessario fare alcuna domanda o richiesta in quando le borse di studio vengono attribuite automaticamente a chi di diritto.
In effetti, la settimana scorsa ho ricevuto un’e-mail seguita da una lettera, a sua volta seguita da un assegno di 1000£. Si tratta della R.J. Mitchell Scholarship for Academic Excellence Scholarship, attribuita dalla School of Engineering ai quaranta studenti che hanno ottenuto i risultati migliori l’anno precedente.
Quindi… controllate anche il sito della vostra università 😉
Avete già sentito parlare di Google Wave? Questo servizio è stato da poco lanciato in anteprima da Google, il che significa che non è ancora pubblico ma funziona con un sistema di inviti: ogni membro ha un certo numero di inviti da destinare ai propri amici, numero che viene controllato da Google in modo da non sovraccaricare il sistema che deve ancora essere collaudato definitivamente.
Di cosa si tratta? Come spiega il filmato che ho inserito in fondo a questo intervento, si tratta essenzialmente di una nuova concezione dell’email. In realtà la logica che ne sta alla base è molto diversa: mentre l’email è un semplice messaggio che può essere scambiato tra due persone, con la possibilità di mandarla in copia a una o più altre persone, rendendo difficile sincronizzare un team formato da più individui, Google Wave permette di creare una conversazione (chiamiamola così) che è hostata dai server di big G e alla quale tutti possono partecipare, apportando modifiche che vengono visualizzate da tutti i partecipanti allo stesso modo. Così si evitano un sacco di messaggi con la conseguente confusione e intasamenti tipici dell’email tradizionale. C’è poi la possibilità, ad esempio, di allegare files ai propri messaggi e tutta una serie di altre funzionalità che devo ancora scoprire. Non mancano poi le chicche come il fatto che quando viene scritto un messaggio, i caratteri digitati dall’autore compaiono in tempo reale sullo schermo delle altre persone connesse, oppure la funzionalità che permette di “tornare indietro nel tempo” e vedere come si è evoluta la conversazione nel corso del tempo, funzionalità che risulta particolarmente utile nel caso di una nostra assenza più o meno prolungata senza accesso a Wave.
Cosa ne penso? Come la stragrande maggioranza dei servizi made in Google, Wave non ci deluderà e l’anteprima, secondo me, promette grandi cose. Sinceramente penso che l’email tradizionale non verrà sostituita in tempi ragionevolmente brevi da questo tipo di approccio, se non altro per la sua diffusione, difficile da raggiungere in tempi veloci per un servizio innovativo e nuovo di zecca come Google Wave. Però se prendiamo in considerazione scenari un po’ più circoscritti, come ad esempio quelli che si possono verificare all’interno di un’azienda dove c’è la necessità di coordinare un gruppo di lavoro, Google Wave diventa uno strumento di estrema utilità e dai pregi indiscussi. Staremo a vedere! 🙂
Se questa descrizione vi ha incuriosito e volete provare Google Wave, ho a disposizione degli inviti – basta farmelo sapere!
Vi lascio con una domanda (o spunto di riflessione, come vi pare): l’email è ormai letteralmente invasa dallo spam… cosa succederà con Google Wave? Si evolverà anche lo spam e riuscirà ad intaccare anche questo nuovo sistema di comunicazione? Vedo il bottoncino “mark as spam” pronto per l’uso… 😮
Vi posto un altro filmato che vi da un’idea un po’ migliore delle funzionalità che Google Wave ha da offire 😉
Eh sì, tutte le cose belle finiscono prima o poi! In quanto felice possessore di una carta prepagata Postepay (circuito Visa Electron) finora mi sono goduto l’assenza di costi aggiuntivi al momento dell’acquisto di un biglietto Ryanair, ma questa cosa continuerà ancora per poco.
La Ryanair ha infatti annunciato di aver deciso di cambiare rotta: dal primo gennaio 2010, infatti, verrà applicata una tariffa di cinque euro ai pagamenti Visa Electron, mentre i pagamenti tramite prepagate Mastercard diventeranno gratuiti.
Forse pochi lo sanno, io stesso l’ho scoperto per caso l’altro giorno quando, mentre razzolavo tra le infinite pagine di Wikipedia, ho visto una voce nel menu di sinistra che dice “Scarica come PDF“.
Esatto, signore e signori: basta con quegli orribili “Salva pagina con nome” o, ancora peggio, fare copia-incolla in Word oppure in OpenOffice, dove tra l’altro la funzionalità che permette di rimuovere i link inevitabilmente contenuti nel testo è stata aggiunta da poco. Da oggi facciamo una bella esportazione in PDF e il gioco è fatto! 😉
(sempre che non si voglia editare il file, ma questa è un’altra storia…)
Vista la quantità di persone che, alla ricerca di informazioni sui prezzi e sulla programmazione al cinema Eden di Bolzano, sbarcano sul mio blog ultimamente (ed in particolare leggono questo confronto bellicoso), ho deciso di scrivere questo intervento flash per dirottarvi tutti al sito internet ufficiale del suddetto cinema: www.cinemaeden.bz.it.
Al momento non è possibile acquistare i biglietti online (viene però accettata la prenotazione telefonica, se necessaria), ma nel sito potete trovare tutte le informazioni riguardanti la programmazione, i prezzi ed i servizi offerti dal cinema Eden.
Sperando di aver fatto cosa a voi gradita, porgo i miei più cordiali saluti 🙂
Per fortuna non era nulla di urgente, decido comunque di scrivere ad Amazon UK per chiedere spiegazioni. Seguendo la procedura apposita che, lo ammetto, ho fatto un po’ di fatica a trovare essendo dovuto passare per l’aiuto del sito, ho segnalato il disguido. E’ domenica pomeriggio, e mi viene subito mandata una mail al mio indirizzo privato, presumibilmente da un sistema automatico, con la quale mi si segnala che una seconda copia del libro sarà spedita gratuitamente al più presto, con servizio next day, l’equivalente dal pacco celere 1 italiano diciamo. Ebbene signore e signori, martedì mattina nella mia buca delle lettere c’era un bellissimo fogliettino che avvisava dell’arrivo del pacco 🙂
Complimenti ad Amazon UK, ottimo servizio veramente! Se il libro fosse stato importante, probabilmente non avrei aspettato così tanto per inoltrare il reclamo, che sarebbe invece stato mandato al più tardi qualche giorno dopo la data di consegna indicata sul sito.
Nota in calce: sebbene questo articolo sia relativo ad Amazon UK, si può ragionevolmente pensare che gli altri dipartimenti si comportino allo stesso modo 😉
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