Una piccola considerazione di carattere etico-filo-morale. La mia “filosofia di vita scolastica” è sempre stata quella di non copiare, non farmi bigliettini o usare stratagemmi di questo tipo. Ok, lo ammetto, li ho preparati più di una volta, ma poi non li ho usati praticamente mai. In quest’ultimo anno penso di averlo fatto una sola volta, in una verifica di storia in cui il marasma di date da ricordarsi era talmente marasmatico che a mio giudizio non si poteva fare altrimenti per ricorarsi la data di un determinato avvenimento, soprattutto se di importanza marginale.
Ovviamente c’è chi, impegnato nella perenne lotta per la sufficienza, ricorre a questo tipo di stratagemmi per raggiungerla e, perché no, riuscire ad alzare un po’ la media prendendo un voto anche un po’ più alto del classico sei. Niente da dire, in fondo queste persone ne hanno bisogno. Ma le altre persone, quelle che hanno una media non dico eccellente, ma perlomeno discreta, ecco, non mi piace vedere quelle persone copiare. Non so il perché, forse è una questione di soddisfazione personale che pretendo di estendere anche alle persone che mi circondano, ma una volta che si ha la sufficienza copiare non ha senso. Prendere un bel voto è gratificante, lo scopo stesso di un voto alto è quello di gratificare colui che lo ha preso per indurlo a continuare su quella strada, e se non si è fatto niente per meritarselo non c’è un bel niente di gratificante e quindi non ha senso.
Ed è per questo motivo che nella mia carriera scolastica non ho (quasi, ok) mai copiato, ed ora non posso fare altro che andarne fiero, sapendo che ciò che ho raccolto alla fine di questi cinque anni è integralmente farina del mio sacco 🙂
NB: questo post non vuole assolutamente rappresentare un’apologia per chi copia come un cane nei compiti in classe, ma semplicemente vuole mettere in evidenza come talvolta ci possano essere ragioni che nell’ottica di uno studente possono essere accettabili, mentre altre volte assolutamente no.
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