scrivo velocemente per confermarvi che sono ancora vivo, ma solo privo di ispirazione, e che ho pubblicato nella sezione apposita di questo blog la mia tesina di maturità sulla fisica del volo. La versione disponibile online è liberamente scaricabile da tutti, ho solo introdotto delle limitazioni per quanto riguarda la copia del testo e la stampa dello stesso (grazie Max). Se desiderate averne una copia da stampare o copiare – insomma, per farci quello che volete – scrivetemi.
Tra l’altro, a breve mi riprometto di riprogettare un po’ la pagina Dati e pubblicazioni, che è effettivamente deprimente e rischia di abbassare ulteriormente la stima che i miei lettori hanno per me.
Qualche giornosettimana mese fa (maledizione a tutte le volte che ho rimandato la pubblicazione di questo intervento) abbiamo ospitato a cena da noi la famiglia dalla quale sono stato ospitato per tre estati, quando ancora eravamo giovani, belli e sani (cit. Mons. Iacone) e trascorrevamo parte delle vacanze estive nella bella Tübingen (tra parentesi, trovo che la versione italianizzata del nome, Tubinga, sia veramente squallida). Devo ammettere che a rivederli e a parlare con loro mi è venuta una nostalgia incredibile dei “bei vecchi tempi”… e invidio non poco mia sorella che la prossima estate passerà qualche settimana in questo momento si trova a Tübingen mentre io, se tutto va bene, dovrò limitarmi a uno o forse due giorni alla fine di agosto 🙁
Quella città ha lasciato il segno, non solo dentro di me ma anche ad altri, e quando ci sono tornato l’estate scorsa mi ricordo perfettamente quanto mi sentissi bene quei due giorni, nonostante fosse un periodo generalmente un po’ buio per me. Nonostante questo, ogni volta che ci penso la mente torna indietro alle estati passate, con il mitico gruppo AZB di Bolzano, la Ingrid o la Claudia (a seconda dell’annata), il Sammi, Heiko, la Urusla ( 😀 ) e chi più ne ha più ne metta… le serate passate al Neckarmüller, al Little Italy o sulla Neckarinsel (o Platanenalee, come la si vuole chiamare)… e un’immagine che veramente mi resterà per sempre nel cuore: l’ultima sera, la citta immersa nella nebbia… veramente magico… la consapevolezza di non tornarci e una tristezza immensa, ma comunque un’atmosfera magica… tanto che pur di non andare a dormire, dopo essere tornato a casa alle 4 sono andato ancora a farmi un giretto solitario per la mia zona residenziale di collina, nonostante il nebbione che si condensava sul filo degli auricolare dell’ipod 🙂
L’altro giorno stavo facendo una piccola considerazione: quest’anno (anno scolastico, ndr) è stato una vittoria su tutti i fronti.
Ho fatto tutto ciò che mi andava di fare: cinema, corsi e attività varie con l’Istituto Musicale, millemilla saggi in giro per il mondo, spettacoli teatrali, viaggi, ho preso la patente per la macchina, e via discorrendo. Tutto questo continuando ad avere ottimi risultati a scuola, comprensivi di un bellissimo 100 finale 🙂 Che dire, è parecchio gratificante! Tutto questo mentre i miei genitori continuavano a dire di smetterla di fare cose che non centravano con la scuola, con tanto di scenate della durata di svariati giorni… ma per fortuna che ho continuato a fare di testa mia!
Pensandoci bene, però, il 2009 è stata una vittoria su quasi tutti i fronti. Ma sempre e comunque una vittoria 🙂
Scrivo questo post solo ora, dopo mesi che ne rimando la pubblicazione, ma non potevo assolutamente lasciare che si perdesse nel marasma indefinito di bozze monche che caratterizza il backstage di questo blog.
Tra le mille cose che ho fatto negli ultimi mesi – non so nemmeno io come ho fatto a conciliare così tanti impegni – c’è stato anche un lavoro in teatro come “spostatore di pannelli scenografici”, più figosamente chiamato screen actor (da leggersi con impecabile pronuncia inglese), nell’opera Dido and Aeneas di Purcell, che abbiamo messo in scena giovedì 21 maggio all’Auditorium Haydn di Bolzano e martedì 26 maggio al teatro Puccini di Merano.
Oltre ad essere stata la prima esperienza in teatro dopo ad un traumatico ma ben riuscito (penso) spettacolo fatto alle elementari con tanto di scenografie, musiche e dialoghi scritti ad hoc, questo spettacolo è stato sicuramente interessante anche e soprattutto dal punto di vista formativo, il che è uno dei principali obiettivi della partecipazione dell’Istituto Musicale a questo genere di eventi. Vedere come si prepara un’opera teatrale e vivere in prima persona le varie fasi della sua nascita è affascinante; assistere a tutte le prove, non necessariamente avendo qualcosa da fare, e stare in piedi a reggere un pannello scenografico per ore e ore forse un po’ meno, ma anche questo fa parte del gioco 🙂 Inoltre ho conosciuto una quantità enorme di persone nuove, e non solo internamente all’Istituto Musicale. Tra orchestra, cantanti, comparse, costumisti e altri screens la quantità di nuove conoscenze è veramente impressionante e questa non può essere che una nota positiva da aggiungere al resoconto dell’esperienza 🙂
E poi… volete mettere quando la folla, sia a Bolzano che a Merano, è esplosa nel momento in cui prendere gli applausi toccava a noi, umili screen actors? Fantastico! (Eravamo noi le star della serata in realtà, ma non ditelo a nessuno!)
C’è nell’aria la possibilità di continuare il nostro tour e portare Dido and Aeneas anche a Brunico, Vipiteno e Laives (mi sembra), ma ancora non c’è nessuna conferma ufficiale. E in ogni caso, ahimè, se mi trasferisco lassù non potrò esserci.
A breve pubblicherò su questo la mia tesina di maturità sulla fisica del volo nella sezione pubblicazioni, devo solo trovare il modo di renderla solamente consultabile online ma non scaricabile (perlomeno con una conoscenza informatica media), giusto per evitare appropriazioni indebite. Qualche idea?
PS: tranquilli, se qualcuno ne vuole una copia in PDF basta chiedere 😉
Una piccola considerazione di carattere etico-filo-morale. La mia “filosofia di vita scolastica” è sempre stata quella di non copiare, non farmi bigliettini o usare stratagemmi di questo tipo. Ok, lo ammetto, li ho preparati più di una volta, ma poi non li ho usati praticamente mai. In quest’ultimo anno penso di averlo fatto una sola volta, in una verifica di storia in cui il marasma di date da ricordarsi era talmente marasmatico che a mio giudizio non si poteva fare altrimenti per ricorarsi la data di un determinato avvenimento, soprattutto se di importanza marginale.
Ovviamente c’è chi, impegnato nella perenne lotta per la sufficienza, ricorre a questo tipo di stratagemmi per raggiungerla e, perché no, riuscire ad alzare un po’ la media prendendo un voto anche un po’ più alto del classico sei. Niente da dire, in fondo queste persone ne hanno bisogno. Ma le altre persone, quelle che hanno una media non dico eccellente, ma perlomeno discreta, ecco, non mi piace vedere quelle persone copiare. Non so il perché, forse è una questione di soddisfazione personale che pretendo di estendere anche alle persone che mi circondano, ma una volta che si ha la sufficienza copiare non ha senso. Prendere un bel voto è gratificante, lo scopo stesso di un voto alto è quello di gratificare colui che lo ha preso per indurlo a continuare su quella strada, e se non si è fatto niente per meritarselo non c’è un bel niente di gratificante e quindi non ha senso.
Ed è per questo motivo che nella mia carriera scolastica non ho (quasi, ok) mai copiato, ed ora non posso fare altro che andarne fiero, sapendo che ciò che ho raccolto alla fine di questi cinque anni è integralmente farina del mio sacco 🙂
NB: questo post non vuole assolutamente rappresentare un’apologia per chi copia come un cane nei compiti in classe, ma semplicemente vuole mettere in evidenza come talvolta ci possano essere ragioni che nell’ottica di uno studente possono essere accettabili, mentre altre volte assolutamente no.
Un libro non è solo un libro, ma è molto di più. Quando una persona ti presta un libro, non ti da solo un’insieme di pagine rilegate insieme con sopra dell’inchiostro nero. Ti da una parte di sé stessa in un certo senso, una parte dei propri gusti, delle proprie preferenze, della propria capacità di emozionarsi leggendo. Le pagine sono intrise di un profumo unico. Un profumo che a seconda della persona può essere diverso: profumo di disinteresse, profumo di scuola, profumo di cultura, profumo di nuovo, di vecchio, di sapiente, di ingenuo. Profumi che bene o male ti raccontano qualcosa di quel libro e quindi della persona a cui appartiene. Profumi che ti ricordano qualcosa (o, come in tedesco si riesce ad esprimere molto meglio il concetto, Gerüche, die dich etwas ahnen lassen), che rievocano determinate sensazioni. Profumi che ti fanno apprezzare o meno determinati aspetti di una persona, aspetti che magari sono difficili da scoprire.
Come già anticipato su questo blog, il 22 ed il 23 agosto si terrà un’installazione sonora curata da Tiziano Popoli ed il suo staff nel bunker “Opera 3” del vallo di Fortezza. Si tratta di un evento parallelo alla mostra “Labirinto :: Libertà”, che si tiene nel forte vero e proprio, mentre questo bunker, che per l’occasione sarà visitabile dal pubblico tramite visite guidate organizzate ad hoc, si trova a pochi minuti a piedi dal forte principale.
La logica che sta dietro all’installazione sonora di Tiziano Popoli è molto semplice: creare una sorta di percorso sonoro all’interno del bunker, che porti gradualmente il visitiatore, grazie anche alla “complicità” delle guide, attraverso una serie di situazioni sonore che vogliono invitare a riflettere sui temi contrastanti di guerra e pace, di prigionia e libertà. Citando le parole di Tiziano:
Curiosamente, il termine tecnico usato per designare un manufatto difensivo militare è lo stesso che rappresenta anche il luogo e il concetto stesso della quintessenza artistica: l’Opera. Questo lavoro nasce dal desiderio di dare voce alle esclusive qualità acustiche del bunker N° 3 di Fortezza, attraverso un percorso al suo interno concepito come teatro e labirinto sonoro. Uno smisurato orecchio, in grado di captare quella sorta di senso della guerra che il luogo ispira, e di modularlo e di trasmutarne il senso attraverso la risonanza del suo corpo segreto, per poi diffonderlo verso l’esterno come una tromba rituale.
Ne aprofitto per postare nuovamente alcuni video del sopralluogo fatto dalla nostra troupe in data 24 giugno per individuare le postazioni più notevoli musicalmente parlando; nello specifico ci siamo focalizzati sulla ricerca delle frequenze di risonanza più adatte per ogni ambiente.
Le visite guidate sono aperte a tutti coloro volessero partecipare e sono gratuite, è tuttavia necessario prenotarsi telefonicamente al numero 0472458038 per permetterci di organizzare al meglio tempi e trasferimenti dal forte principale.
Per ulteriori informazioni sull’evoluzione del progetto potete visitare i seguenti siti internet oppure contattarmi privatamente:
Questa installazione nasce dal desiderio di dare voce alle esclusive qualità acustiche del bunker n. 3 di Fortezza, attraverso un percorso al suo interno concepito come teatro e labirinto sonoro. Uno smisurato orecchio, in grado di captare quella sorta di senso della guerra che il luogo ispira, e di modularlo e di trasmutarne il senso attraverso la risonanza del suo corpo segreto, per poi diffonderlo verso l’esterno come una tromba rituale
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